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Marchio Etico


MARCHIO ETICO

Progetto per l’Europa: Istituzione del Marchio etico

Contro il lavoro minorile:

La protezione dell’infanzia, la tutela del diritto di trascorrere una fanciullezza gioiosa, la previsione di pene severe per chi dispone, mette in atto, facilita azioni che violano la serenità del mondo infantile, deve far parte del programma normativo per l’Europa.

Per la tutela della dignità dei lavoratori:
Il diritto al lavoro deve conciliarsi con il diritto a condurre una vita, ed un’attività lavorativa dignitosa. Lo sfruttamento delle forze lavoro, ha aumentato il divario tra ricchi e poveri fino ad un limite che non è più possibile tollerare, e fino a violare diritti inalienabili quali la libertà e il decoro della persona.
La programmazione dei regolamenti e normative europee deve prevedere l’abolizione di ogni forma di sfruttamento che includa limiti alla messa in schiavitù di ogni persona umana.

  • Poiché  tra le piaghe irrisolte della nostra società vi è lo sfruttamento dei bambini, impiegati alla stregua di adulti, in lavori pesanti a partire dalla tenerissima età;
  • Visto che attraverso il  precariato e lo sfruttamento dei lavoratori, si abbassa sempre più il livello del rapporto tra orari e remunerazione fino a divenire un vero e proprio sistema di  strapotere fondato sui bisogni di sopravvivenza di popolazioni povere;
  • Considerato che è necessario ottenere una efficace risoluzione dell’ increscioso problema, si propone l’istituzione di un marchio che, applicato a tutte le merci che transitano per l’Europa, distingua, con il valore aggiunto dell’eticità, ogni prodotto in vendita.

Una dicitura fissata attraverso un’etichetta o un codice a barre indicherà:


Il prodotto è garantito per l’etica nel percorso di lavorazione e vendita:
Nessun bambino ha lavorato nella catena produttiva. Fabbricazione, imballo, distribuzione sono realizzate con l’esclusivo impiego di persone adulte. I lavoratori dell’azienda responsabile di questo marchio eseguono turni lavorativi previsti dalle tutele di categoria e sono remunerati sulla base delle retribuzioni garantire dai contratti nazionali ed europei ”.

 

Perché il marchio etico

Perché il marchio etico

L’irreversibilità del processo di globalizzazione necessita di chiare formule di organizzazione della società al fine di indirizzarne il livellamento qualitativo verso l’alto. I soggetti direttamente coinvolti in tale fase di cambiamento, siano essi adulti, anziani o bambini tendono, proprio attraverso la conoscenza del modo di vivere delle società più organizzate, ad imitare le qualità di vita che appaiono migliori. I paesi evoluti d’altro canto sono in continua crescita, ed i mezzi di trasmissione di notizie, sempre più sofisticati, impongono l’attenzione al modo di vivere dei paesi meno fortunati. Ne risulta che i motivi di insofferenza e sofferenza, sono sotto gli occhi di tutti. E’ di conseguenza impossibile ignorare gli aspetti deleteri di talune economie basate sul non rispetto dei principi etici universali.
Lo sfruttamento dei minori è, tra queste inaccettabili trasgressioni, il punto in cui viene focalizzata l’attenzione dei Media per il forte impatto emotivo che l’opinione pubblica riceve ad ogni nuova scoperta in tal senso.

Lo sfruttamento dei bambini fa notizia

Dire che lo sfruttamento dei bambini “fa notizia” non è un modo semplificato di analizzare il fenomeno, ma un metodo per cercare una strada percorribile verso le possibili soluzioni del problema.
La particolare attenzione al fenomeno tra i fruitori di notizie, tra i comunicatori e le istituzioni può essere un punto dal quale partire per incamminarsi sulla via di possibili “ritorni” in termini di utilità e convenienza.
In altre parole si “può far notizia in positivo” premiando le scelte migliori che governi, istituzioni e aziende fanno per i minori.
L’istituzione del “Marchio etico” intende fare questo, incoraggiare e premiare quelle aziende, fornitrici di prodotti o servizi che riescono, con l’applicazione del marchio etico ed il controllo sulla catena produttiva, a tutelare l’infanzia.

Incentivi e agevolazioni

Incentivi e agevolazioni

Si intende puntare ad incentivi morali, economici e di promozione di immagine di produttori che, più attenti alla tutela dell’infanzia, possano rappresentare un modello che funga da traino per tutti gli altri.
Oltre a ciò si prevedranno agevolazioni fiscali, facilità di importazione/esportazione, ed altri incentivi per quelle aziende che garantiscono il loro prodotto attraverso il marchio etico.

L’aspetto promozionale

Non ultimo è l’aspetto promozionale per i prodotti etici. Attribuire un valore aggiunto a tutti quei prodotti realizzati “senza lo sfruttamento dei minori” potrebbe, col tempo, rappresentare per i consumatori uno specchio che riflette le loro responsabilità nel fenomeno dello sfruttamento. Si intende, in questo villaggio globale in cui si conosce ormai tutto di tutti, tenere aperte finestre di osservazione sull’infanzia sfruttata; intendendo, con la diffusione del marchio (sempre più ampia nel tempo, fino ad aggiungere ogni paese e ogni tipo di produzione), ribaltare il punto di osservazione del fenomeno; creando una zona di emarginazione sempre più esigua a mano a mano che i paesi e le aziende produttrici capiranno che non conviene produrre a costi bassi sulla fatica dei bambini e sullo sfruttamento dei lavoratori

Status symbol

Comprare prodotti marchiati dovrà rappresentare uno status symbol indicante civiltà ed emancipazione. Produrre prodotti marchiati potrebbe costituire l’inizio di un modello comportamentale in cui il lavoro, l’occupazione degli adulti ne sarebbe la logica conseguenza.

Se le leggi le fa il mercato e se spendiamo, nelle società opulente, più denaro per acquistare simboli e significati che per acquistare prodotti, possiamo, attribuendo un valore di modernità, eticità, e consapevolezza, al nostro potere di acquirenti, ottenere la riduzione, e nel lungo termine la sparizione del mercato-sfruttamento: con figli che vanno a scuola per la caduta dell’offerta di lavoro e padri che trovano occupazione al loro posto.

La parte assegnata a spot di propaganda-progresso potrebbe inoltre accelerare il processo verso la consapevolezza che è più vantaggioso produrre e acquistare prodotti realizzati esclusivamente da manodopera adulta.

Il  secondo livello, l’Eccellenza dei prodotti e dei servizi

Il Marchio Etico  garantirà l’etica del ciclo produttivo ed i parametri da rispettare per l’apposizione di tale garanzia sui prodotti. Un secondo livello relativo all’Eccellenza di merci  e servizi potrà essere l’indicatore di personalizzazione, originalità, e tracciabilità minuziosa ( provenienza, luogo e metodi di lavorazione, data, materie prime, ecc.) dell’offerta.

La qualità del secondo livello affiancherà con etichette digitali, e/o tradizionali, il Marchio etico quando gli imprenditori riterranno di dover meglio informare gli acquirenti sulle caratteristiche peculiari dei propri prodotti.

Il Made in Italy

Il Made in Italy è soprattutto basato su fattori culturali, tradizioni, legami al territorio, ricerca, intuizione artistica, metodi di scelta e cura della materia prima; riguarda specificità dei prodotti che vanno dai processi di tinteggiatura dei tessuti, alla selezione di prodotti dell’agro alimentare, fino a tutta la molteplice ricchezza dell’offerta in arte, ambiente e turismo.
L’avvalersi dell’etichettatura di eccellenza, insieme al Marchio etico, aumenterà potenzialità di vendita, specie se la diffusione delle informazioni avverrà tramite il web e la digitalizzazione dei marchi.

L'Osservatorio per il MARCHIO ETICO

L’Osservatorio per il MARCHIO ETICO

Sarà istituito in Europa con componenti degli stati membri l’ Osservatorio con funzioni di controllo e approvazione del marchio etico.

Norme per limitare con sanzioni lo sfruttamento dei lavoratori

Ogni stato membro dell’UE, potrà predisporre leggi che, in assenza di marchio etico, e successivamente ad  indagini dell’ Osservatorio, qualora si dimostri l’esistenza di aziende che realizzano prodotti attraverso catene di produzione con l’impiego di bambini, o turni schiavizzanti dei lavoratori, attiveranno la procedura di rifiuto di importazione degli stessi prodotti.

 L’azienda a cui sarà impedita l’esportazione potrà adeguare la propria attività lavorativa secondo la prescrizione del Marchio etico e rivolgere, agli stati che hanno rifiutato le proprie merci, istanza di riammissione.

Credits

Wanda Montanelli

Tutela Minori
*Progetto presentato in occasione del master in
„Ideazione Organizzazione Gestione Eventi Culturali“,
Università La Sapienza, Facoltà di Socioloogia, AA 1998-99